Frutti antichi e biodiversità recuperata

 

 

 

 

Fico Dottato bianco – Ficus carica L.

Questo albero è stato adottato da: Imma Menditti – Bari

Varietà di fico bianco antichissimo, probabilmente introdotto nel VI Secolo a. C. dai greci. Bifera di elevata produttività. Albero ad alta vigoria, portamento aperto con foglie trilobate o a volte pentalobate. I fioroni maturano verso fine luglio, medi grandi di forma piriforme-ovoidale con colorazione verde chiaro, mentre i forniti maturano a fine agosto e presentano dimensioni medio piccole di forma ovoidale con colorazione giallo-verde.

 


Pera di San Giovanni – Pyrus communis L.

 

 


Pera “Cap d’vern” – Pyrus communis L.

Questo albero è stato adottato da: Antonio Ferrone di Giuseppe e famiglia – Benevento

 


Mela di San Pietro – Malus domestica Borkh.

 

 

 


Cotogna mela – Cydonia oblonga Mill.

E’ uno dei più antichi alberi da frutto conosciuti. Era coltivato già nel 2000 a.C. dai Babilonesi.  Il cotogno si presenta come un piccolo albero e si adatta anche a suoli relativamente poveri purché ben drenati, soffre per eccesso di calcare.    

Il frutto è usato per la preparazione di confetture, gelatine, mostarde, distillati, liquori e salse ed è anche ottimo sciroppato. I frutti venivano posti negli armadi e nei cassetti per profumare la biancheria, e secondo la credenza, anche per scacciare gli spiriti maligni.


 

Nespolo comune – Mespilus germanica

Questo albero è stato adottato da: Marina Massa – Genova

Il nespolo comune appartiene alla famiglia delle rosacee e ci dona frutti commestibili e deliziosi. Una volta mature hanno un sapore dolce e leggermente aspro e la consistenza di una marmellata. Quando sono troppe mature iniziano a fermentare e sia il sapore che l’odore dei frutti ricorda qualcosa di alcolico.

Si possono utilizzare per creare confetture deliziose ma è preferibile gustarsele fresche e mature sull’albero. Il frutto maturo è lassativo e diuretico. E’ ricco di vitamine, potassio e magnesio e contiene anche caroteni, antiossidanti. Il suo contenuto in fibre è molto alto.

 


Susina Regina Claudia viola – Prunus domestica L.

Susina Regina Claudia verde – Prunus domestica L.


Sono due varietà antiche, rustiche, di Susino europeo (Prunus domestica). Presentano frutti rotondeggianti d’elevate qualità gustative, le dimensioni sono medie, la buccia è verde o viola a seconda della varietà, la polpa è giallo verdastro, succose. Fioritura prima decade di aprile. Raccolta prima decade di agosto. Ottime per il consumo fresco, idonee per l’essiccazione e nella preparazione di confetture.

 


Pero Zingaro  (Pera Arruzzunuta)  – Pyrus communis L.

Questo albero è stato adottato da: Francesca Battaglia – Vaprio D’Adda (MI)

L’albero è di elevato sviluppo e portamento espanso, molto produttivo e rustico alle più comuni avversità crittogamiche e climatiche. Fiorisce circa dieci giorni dopo le altre varietà. I frutti pronti per la raccolta, hanno polpa bianca, dura, asciutta, granulosa quasi immangiabili, ma dopo la cottura diventano assai morbidi e gradevoli.

In passato erano commercializzati localmente e nei mercati molisani e pugliesi.  Le pere si consumano soprattutto lessate o arrostite perché sprigionano il meglio delle loro caratteristiche organolettiche che non hanno eguali in altre pere.

La pezzatura è assai ridotta e di forma sferoidale, un pò appiattita, con picciolo lungo e robusto e buccia spessa, ruvida, rugginosa o bronzea cosparsa di numerose e vistose lenticelle (dal colore ha origine il nome dialettale locale “Pera Arruzzunuta”).

Vecchia varietà locale, di probabile discendenza della varietà di origine italiana Volpina, differenziandosi e adattandosi nel corso dei secoli in loco, ha acquisito caratteri propri.

(Bibliografia citata “ISPRA – Frutti dimenticati e biodiversità recuperata).


 

Mela limoncella – Malus communis L.

Questo albero è stato adottato da: Maria Silvana Rodolfo Masera –                      Camogli (GE)

La mela limoncella è una tipica varietà che viene coltivata soprattutto in Campania e Molise e la sua origine sembra risalire ai Sanniti. Si tratta di una mela di piccole dimensioni con un peso che varia dai 100 ai 150 grammi.  Viene detta “limoncella” perché ha un delicato sapore di limone, asprigno e citrino.       E’ un frutto che svolge un’attività antiossidante anche fino al 50% più delle altre mele. E’ ricca di polifenoli che il nostro organismo riesce ad assorbire fino al 25% in più rispetto alla già ottima mela annurca.

Il frutto viene raccolto tra settembre e ottobre e può essere conservato anche per periodi molto lunghi, e col passare del tempo le sue proprietà organolettiche migliorano sia in fragranza che in sapidità della polpa. L’albero ha una fioritura abbastanza tardiva, ha chioma folta, attecchisce bene in terreni poco fertili ed è adatto per coltivazioni a basso impatto ambientale.


 

Sorbo ciavardello – Sorbus torminalis glaberrima

Questo albero è stato adottato da: Maria Chiara Imperato e Davide Vitagliano Torre – Cava De Tirreni (SA)

E’ un piccolo albero con chioma globosa ed è facilmente riconoscibile per le sue foglie diverse da quelle di altri sorbi e abbastanza simili a quelle dell’acero. I fiori sono profumati di colore bianco crema e molto apprezzati dalle api e da altri impollinatori. I frutti (sorbe) riuniti in grappoli, sono piccoli pomi ovoidali color bruno cuoio punteggiati di lenticelle. Sono commestibili e ricchi di vitamina C ma il loro sapore è acidulo e possono essere utilizzati per marmellate, sciroppi e pregiati distillati. Per buona parte dell’inverno rimangono sulla pianta e sono molto ricercati dagli uccelli.

Il legno del sorbo, dalla calda colorazione rossiccia, molto compatto e omogeneo, una volta veniva usato per realizzare le squadrette geometriche che si utilizzavano a scuola, oggi, è ancora molto ricercato per la produzione di flauti.  La parola sorbo, derivante dal latino “Sorbum” proviene a sua volta da due parole celtiche col significato di “pomo aspro”. L’appellativo “torminalis” deriva da “tormina” che in latino significa “colica” a conferma che il forte potere astringente delle sorbe, utilizzate come rimedio contro le coliche, era già conosciuto dall’antica medicina popolare.


Pera “n’ganna pastore” – Pyrus communis L.

E’ una varietà piccola ma gustosissima, che matura alla fine di luglio, tipica del Sannio. Si chiamava così perché era molto ricercata dai pastori (pastore n’gannarut, significa pastore ghiotto) durante le transumanze brevi.